
Questo argomento lo approfondirò spesso in questo blog. Due sono i motivi che mi spingono a parlare in modo approfondito di questi bambini apc 2E:
- Sono spesso quelli meno riconosciuti
- Sono quelli di cui si parla troppo poco ma che hanno il diritto non solo di essere riconosciuti ma sopratutto considerati nel loro insieme e nella loro complessità, specialmente sul lato emotivo e intellettuale.
I doppiamente eccezionali sono quei bambini che hanno una asincronia nello sviluppo, difficili da individuare ma facile da riconoscere se si sa come, dove e in quale direzione osservarli.
Questo articolo molto conciso per la tematica trattata dà un minimo di informazione sui 2e.
Lascio la parola alla Fondazione Insieme:
Di primo acchito può sembrare contraddittorio il fatto che
delle persone superdotate possano presentare problemi di
apprendimento.
In realtà, ci sono persone che possiedono caratteristiche
intellettuali molto spiccate in alcuni ambiti e scarse in altri.
Queste discrepanze possono creare nei bambini dei
problemi di adattamento, soprattutto a scuola.
Pur avendo doti intellettuali fuori dal comune, l’alunno è poco considerato dagli insegnanti e dai compagni e ha la sensazione di essere incompreso e sottovalutato.
Come reazione può quindi assumere atteggiamenti risentiti o provocatori, apparire impacciato nei rapporti sociali e vulnerabile;, ma anche arrabbiarsi con se stesso per non riuscire là dove altri coetanei riescono e di conseguenza deprimersi e considerarsi un buono a nulla.
CHI SONO I “DOPPIAMENTE ECCEZIONALI”?
Il termine “doppiamente eccezionali” è emerso negli anni
Ottanta a seguito di studi, come quelli di Howard Gardner e Robert Sternberg, che hanno evidenziato l’esistenza di forme di intelligenza diverse, dotate di un loro funzionamento autonomo, o parzialmente autonomo, da altri aspetti del funzionamento mentale.
Un bambino, per esempio, può essere molto bravo in matematica ma non nell’espressione linguistica.
Può possedere una spiccata capacità artistica ma una memoria scadente.
Ci sono bambini precoci e creativi che incontrano difficoltà a scuola perché dislessici oppure lenti nella coordinazione occhio-mano
Un eccellente matematico può essere scadente nel calcolo
aritmetico perché la speculazione astratta necessaria per
inquadrare i problemi è scissa dall’abilità specifica del calcolo.
Le teorie delle intelligenze multiple, come quella di Gardner, stanno ridimensionando l’impostazione tradizionale risalente a Lewis Terman, secondo cui l’intelligenza può essere misurata, globalmente e in tutte le sue espressioni, dagli attuali test mentali, e l’individuazione dei soggetti super-dotati è legata al Quoziente di Intelligenza, quel numero, un po’ magico e un po’ inquietante, che emerge da scale come Stanford-Binet, Terman- Merril, Wechsler, Wechsler-Bellevue.
Ci si sta accorgendo che bambini e ragazzi con un quoziente di intelligenza nella media o poco più possono avere delle doti molto sviluppate in alcuni settori e grosse défaillance in altri.
Il fatto è che le definizioni sia di superdotato che di
soggetto portatore di disturbi dell’apprendimento, prese
singolarmente, mal si prestano alla descrizione di quegli
individui che presentano allo stesso tempo caratteristiche di entrambe le categorie.
La mole di studi più ampia su questa tematica riguarda i
superdotati (bambini e adolescenti) con specifici disturbi
dell’apprendimento, i bambini superdotati con disturbi del
comportamento, in particolare il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (DDAI) e quelli affetti da Sindrome di Asperger, molto carenti nella comunicazione interpersonale.
In quantità minore ed anche datate sono invece le ricerche sui superdotati con disagi di ordine emotivo oppure con disabilità fisiche.

PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEI BAMBINI DOPPIAMENTE ECCEZIONALI
(da Neihart, 2008)
SIMILI AGLI ALTRI SUPERDOTATI
1- grande capacità di pensiero concettuale.
2- preferenza per situazioni nuove e
complesse.
3- superiorità delle capacità di
ragionamento astratto.
4- perfezionismo, elevate aspettative su se
stessi e sugli altri.
5- spiccata curiosità,
6- ricerca di informazioni nuove, buona
conoscenza di base.
7- elevati livelli di energia e di attenzione.
8- pensiero creativo.
9- elevati livelli di sensibilità.
10- capacità di stabilire connessioni tra
idee, eventi ed oggetti.
11- capacità superiori di senso critico e
umorismo.
SIMILI AI PORTATORI DI DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO
- confusionari in classe
- difficoltà con compiti che richiedono
memorizzazione - scarsa cura di sé
- scarsa autostima scolastica
- difficoltà nella regolazione emotiva
- immaturità sociale
- difficoltà nelle capacità procedurali,
come velocità di scrittura, organizzazione,
ordinare in sequenza, ecc
I TRE TIPI 2E
Alcuni autori (Lise Fox, Linde Brody e Dianne Tobin, 1983;
Susan Baum e Steven V. Owen, 2004) hanno descritto nei loro lavori tre tipologie di bambini “doppiamente eccezionali” e i problemi che possono incontrare a scuola.
- Un primo gruppo comprende alunni che sono stati inquadrati come superdotati, ma che comunque incontrano delle difficoltà.
Spesso alle elementari hanno un ottimo rendimento che decresce però progressivamente, soprattutto in alcuni ambiti. Lo scarso profitto nella scuola secondaria viene generalmente attribuito a mancanza di motivazioni, pigrizia o a problemi emotivi.
In realtà la complessità dei curriculi rende inefficace la
loro capacità compensatoria rispetto alle difficoltà con cui si scontrano. - Una seconda categoria annovera quei bambini le cui
difficoltà di apprendimento sono state identificate precocemente, ma la cui superdotazione è rimasta di fatto in ombra, come fosse “mascherata”.
Generalmente si tratta di soggetti che ricevono uno speciale sostegno educativo, non controbilanciato però da un adeguato stimolo a favore di quelle aree che costituiscono i loro punti di forza. - Un terzo gruppo, il più numeroso, è rappresentato da
quegli alunni che rientrano apparentemente nella media –ossia né superdotati né affetti da disturbi dell’apprendimento- perché, se da una parte le loro difficoltà impediscono al loro talento di manifestarsi appieno, è anche vero che in qualche modo la loro
abilità riesce a controbilanciare il deficit.
Il profitto scolastico è adeguato, tuttavia alcune prestazioni restano al di sotto del loro affettivo potenziale.
SUPERDOTATO O RITARDATO?
Capita a volte che bambini che pure possiedono delle qualità superiori siano trattati da ritardati perché le loro carenze e le ansie che ne derivano finiscono per mascherare completamente le loro qualità.
È questo per esempio il caso di Paolo, nove anni, appassionato di informatica e assai brillante nel ragionamento matematico ma con grosse difficoltà di lettura e di scrittura, difficoltà che persistono anche dopo lunghi ed estenuanti esercizi di recupero.
I reiterati insuccessi in alcune materie scolastiche hanno
reso Paolo insicuro nel rapporto con gli insegnanti e irritabile con i compagni.
Sa di valere, ma gli mancano gli strumenti per dimostrarlo.
È entrato in crisi da quando una delle maestre ha ventilato la possibilità di affiancargli l’insegnante di sostegno.
Ancora più emblematico è il caso di Nicola, dieci anni.
All’età di due anni parlava come un bimbo di quattro. In
seconda aveva uno sviluppo linguistico orale pari ad un bambino di undici. Era altrettanto bravo, se non di più, nel disegno e nella musica. Ha però sempre zoppicato in matematica e fatto molti errori di ortografia.
Nicola è un bambino originale, con un suo modo di pensare e collegare le cose estremamente profonde, ma non gli piace leggere.
Sa imitare tutti, è buffo, ha delle battute fulminanti. Non
fa “gruppo”, non segue le mode (detesta il calcio, le figurine e, per scelta, non ha mai guardato la Tv in vita sua, ha la
PlayStation ma ci gioca solo se viene un amichetto, ma non è un solitario. Va matto per i treni e la sua passione è disegnare mappe, circuiti e mettersi alla guida di un treno. Il suo stato d’animo è fortemente condizionato e stimolato dall’umore di chi gli sta accanto.
IDENTIFICAZIONE PRECOCE: ESISTE UN METODO?
Negli Stati Uniti, dove i bambini vengono sottoposti ai test e i superdotati indirizzati verso scuole speciali il caso dei
“doppiamente eccezionali” è noto da tempo anche se identificarli non e né facile né immediato.
Coloro che si occupano dell’argomento suggeriscono le seguenti linee guida:
- utilizzare molteplici strumenti per l’identificazione della
superdotazione: test di intelligenza, resoconti degli insegnanti, prove di creatività, interviste, informazioni da parte degli stessi soggetti, dei pari e della famiglia, analisi del lavoro scolastico svolto dal soggetto: - evitare di raggruppare dati differenti in un unico punteggio (come nelle Scale tradizionali), dato che la combinazione dei punteggi porta ad un valore medio che non consente di comprendere in quali ambiti il bambino eccelle e in quali presenta delle grosse lacune;
- fare un confronto tra il rendimento atteso (sia sulla base di prove standardizzate che della valutazione psicoeducazionale) e le prestazioni attuali dell’alunno;
- confrontarsi con la famiglia sugli interessi e le prestazioni extrascolastiche del bambino;
- essere consapevoli che spesso la superdotazione e la
disabilità si mascherano l’una con l’altra; - utilizzare metodologie di valutazione sensibili alle
differenze linguistiche e culturali.
SENTENDOSI INGIUSTAMENTE SOTTOVALUTATI ALCUNI SI DIMOSTRANO RISENTITI NEI CONFRONTI DI INSEGNANTI, GENITORI E COMPAGNI.
Da quando ha cominciato ad avere a che fare con maestre
rigide, con il <viso amaro> e <solo la bocca che sorride, ma non gli occhi> (parole sue a cinque anni), può essere veramente difficile trattare con lui.
A scuola non si concentra come dovrebbe e in terza addirittura arrivava al punto di piangere <per far rilassare le maestre> (sempre parole sue).
Gli esami cui è stato sottoposto parlano di dislessia,
disprassia, lentezza nella coordinazione visivo-motoria. Sembra incapace di contenere la rabbia, la paura, la frustrazione, l’impazienza.
Mike, 11 anni, non è in grado di leggere, di scrivere e di
parlare come i suoi coetanei e per questo è considerato un
ritardato mentale. A fronte di una scarsa abilità motoria, Mike possiede capacità superiori di ragionamento, di comprensione e di risoluzione dei problemi, tipiche dei soggetti superdotati. Il fatto che sia il migliore della classe in alcune materie avvalora le sue speciali capacità, mentre il pessimo rendimento in altre conferma i suoi deficit d’apprendimento.
A scuola Mike è arrabbiato, frustrato e sempre in tensione;
soffre di incubi e ha l’aria infelice. Il fatto di riuscire
brillantemente in alcuni ambiti e di essere invece appesantiti o rallentati da difficoltà di vario genere può incidere in modi diversi sulla personalità in formazione di un bambino e di un adolescente.
Alcuni possono sentirsi ingiustamente sottovalutati e quindi
mostrarsi risentiti nei confronti di insegnanti, genitori e
compagni.
Lo stato irritativo generato dalle frustrazioni ripetute può,
nel tempo, renderli ipercritici o perennemente scontenti.
Altri possono sviluppare insicurezze, scarsa stima di sé,
forme d’ansia, atteggiamenti auto-denigratori, depressione oppure isolarsi in un proprio mondo, dove coltivano i propri interessi al riparo dal giudizio degli altri.
E tuttavia, nel corso della crescita, in molti si verifica una
evoluzione positiva, nel senso che, diventando consapevoli delle proprie doti, essi imparano a convivere con le loro defaillance e a trovare i modi per ridurne l’impatto.
Questo è l’esito migliore, spesso legato anche ad
un’autoironia intelligente e ad una progressiva maggiore
comprensione di sé e degli altri, dei propri e degli altrui
limiti.