
Esiste una classificazione dei bimbi apc con annesse competenze e differenze anche, suggerita dalla dottoressa Deborah Ruth e dalla.dottoressa Mauereen Neihart.
E’ bene tenere a mente che ogni bimbo apc e’ unico e quindi con la propria personalita’ unica e complessa.
Questa classificazione deve essere presa quindi come punto di riferimento per comprendere al meglio in modo generale e non unico i bimbi apc.
Vediamo adesso le varie tipologie e le varie classificazioni date dalle esperte
Un bambino ad alto potenziale può essere molto bravo a utilizzare i numeri e le operazioni, ma allo stesso tempo presentare carenze nell’area verbale e del linguaggio. Due bambini, entrambi molto bravi nell’area dei numeri e in quella verbale, possono avere QI medesimo ma, se uno possiede capacità di ragionamento maggiori, può rientrare in un livello differente di plusdotazione rispetto all’altro. Inoltre, alcuni bambini possono manifestare un cambiamento nelle loro abilità al variare di aspetti ambientali, psicologici o contestuali (Ruf, 2009).
Deborah Ruf, studiosa e ricercatrice americana che dedica da anni la propria carriera professionale al mondo della plusdotazione, ha proposto una classificazione a cinque livelli del soggetto di talento. I livelli vengono identificati dal QI e da abilità tipiche che si manifestano fin dai primi giorni di vita. Tale classificazione viene ideata dall’autrice a fronte di uno studio approfondito su un campione di 50 famiglie con uno o più figli plusdotati suoi pazienti (2009). I bambini presi in esame sono 78: 13 al primo livello, 21 al secondo, 19 al terzo, 18 al quarto e 7 al quinto. Gli strumenti di misurazione dell’intelligenza che vengono utilizzati sono Wechsler Individual Achievement Test III, Stanford Binet 5 e Scales of Indipendent Behavior – Revisited.
La classificazione parte da un livello di moderatamente plusdotato (livello 1, QI 120-129), proseguendo con gli altamente plusdotati (livello 2 – QI 130-135), gli eccezionalmente plusdotati (livello 3 – QI 136-140) e i profondamente plusdotati ai livelli 4 e 5 (QI 141 o più). L’autrice riporta alcune semplici e accurate tabelle in cui vengono esplicitate le principali abilità, abbinate all’età e alla frequenza con cui, all’interno del gruppo di bambini plusdotati a quel livello specifico, esse potrebbero manifestarsi.
Il primo livello – L1 riguarda i bambini con QI tra il 90° e 98° percentile ai test standardizzati di misurazione dell’intelligenza: sono coloro che spiccano nell’ambito scolastico per la loro intelligenza brillante, per la facilità di apprendimento e per la predisposizione al potenziamento delle materie studiate più che al recupero. Ma a differenza di altri, manifestano alcune abilità non presenti nei bambini normodotati. Infatti, la maggioranza di loro provano desiderio che qualcuno legga per loro prima di un anno di età, conoscono e pronunciano molte parole prima dei 18 mesi e formulano frasi di 3- 4 parole tra i 18 e i 20 mesi di età, fanno addizioni e sottrazioni semplici all’età di 4 anni e usano il computer in maniera indipendente entro i 6 anni. Alcuni sanno contare e conoscono la maggior parte delle lettere e colori entro i 3 anni, amano i puzzle entro i 2 anni ed entro i 6 anni fanno puzzle da 200 a 1000 pezzi, mostrano impazienza nella ripetizione e scansione lenta di numeri e lettere durante la lezione scolastica a 7-8 anni.
L’autrice sostiene invece che tutti i soggetti in L1 leggano a livelli di 2/3 anni oltre la propria età entro i 7 anni e siano in grado di leggere libri suddivisi in capitoli in modo indipendente entro i 7 anni e mezzo. La psicologa Leta Hollingworth definisce “ottimale” questo livello di intelligenza, in quanto questi soggetti non si sentono molto differenti dalle persone normodotate, ma esprimono una ottima riuscita sul campo scolastico e lavorativo, godendo a pieno dei relativi privilegi (1926).
Nei livelli successivi, le abilità aumentano di numero e si fanno sempre più precoci.
Nel livello 2 – L2 i soggetti sono in gradi di prestare attenzione più a lungo dei coetanei e possono potenziare il loro talento con corsi accelerati in ambito scolastico. Tutti i soggetti in L2 prestano attenzione se qualcuno legge per loro a 5-9 mesi, comprendono le direttive e domande dei genitori, rispondendo, a 6-12 mesi; formulano frasi di almeno 3 parole a 2 anni, contano e fanno operazioni matematiche semplici a 5 anni e leggono libri semplici a 5,5 anni.
soggetti al livello 3 – L3 possiedono un QI tra il 98° e 99° percentile. Già a poche ore dalla nascita, questi bambini manifestano a genitori e personale medico un’abilità spiccata nel mantenere l’attenzione a lungo. Le figure di riferimento notano come essi riescano a capire in maniera limpida molte cose prima ancora che sappiano parlare. Sono descritti dai genitori come bambini intensi e molto sensibili, che fin da piccoli non amano essere trattati in maniera infantile. Alcuni di loro possono avere difficoltà a fermare i processi di pensiero e a rilassarsi, ad esempio durante il riposo notturno. Molti sanno l’indirizzo della propria abitazione prima dei 5 anni e, al momento dell’entrata nel ciclo scolastico, può insorgere qualche problema nella risoluzione di problemi semplici, perché considerati senza senso o illogici per il loro livello mentale. In questo contesto, raramente le insegnanti sono in grado di riconoscere le loro potenzialità, accrescendole. Tutti loro sanno l’alfabeto intero all’età di 17-24 mesi, si divertono con giochi per adulti all’età di 6 anni e leggono libri per ragazzi o giovani all’età di 7,5 anni.
I bambini al livello 4 – L4 sono speciali in maniera evidente rispetto ai coetanei per la grande abilità che hanno nel cogliere i dettagli, dare senso alle cose e arrivare a conclusioni e teorie sul mondo decisamente fuori dalla norma. Essi assorbono informazioni in maniera spontanea, continuativa e automatica, senza alcuna insistenza dei genitori. A questo livello, generalmente le difficoltà iniziano a sorgere all’inserimento nella scuola materna: spesso i genitori si aspettano che le maestre siano in grado di gestire un livello intellettivo simile mentre le maestre sono convinte che un bambino molto più intelligente della norma possa comunque apprezzare qualsiasi forma di apprendimento, dalla più semplice alla più adatta al suo livello. Alle scuole elementari invece i genitori chiedono di norma l’inserimento del bambino a una classe superiore, chiedendo un supporto concreto.
Le problematiche che il bambino incontra sono precoci e difficoltose da gestire per i genitori che non godono di un supporto psicologico adeguato. Si tratta infatti di bambini che hanno bisogno specifici, che necessitano di strumenti qualitativamente differenti. Essi infatti sono in grado di comprendere ad esempio la matematica allo stesso modo in cui i loro coetanei comprendono la lettura delle parole al primo anno delle elementari: ciò rende la noia un’emozione particolarmente frequente ed evidente in ambito scolastico.
Un precoce sviluppo in un’ area viene però spesso accompagnato da un’immaturità spiccata in un’altra area, che potrebbe ad esempio essere quella emotiva: ciò rende il soggetto bisognoso di un buon supporto psicologico. Sono bambini che riescono a completare l’intero ciclo dei primi otto anni di istruzione entro quattro anni o meno, ma spesso i genitori scelgono per loro un percorso scolastico normale, affiancato da un potenziamento mirato e continuo, con una particolare attenzione al fattore evolutivo e di maturità emotiva. E’ invece dannoso “abbandonare” questi bambini ai percorsi scolastici normativi senza prendersi cura della capacità intellettiva, trattandoli come soggetti normodotati.
La categoria L5 riguarda 1 soggetto su 250.000 circa, con maggior incidenza nelle aree metropolitane.
“Al momento – e ha solo 6 anni – Carol si dedica all’investigazione dei grandi quesiti filosofici sul Senso. Divora libri sull’origine dell’universo, sull’inizio della vita, su evoluzione, storia umana, progresso e religione. Sta tentando di dare risposta alle domande universali: “Chi sono? Perché esisto? Chi è Dio?”, domande che ci si pone tipicamente in adolescenza o età adulta.” Mamma di una bambina plusdotata L5
La valutazione del QI potrebbe suggerire che essi siano allo stesso livello di L4, ma vi è una sostanziale differenza: trattasi infatti di soggetti intellettualmente plusdotati in maniera incredibile in ogni dominio di conoscenza. Essi sono però particolarmente fragili, soprattutto in base a fattori come ambiente di crescita più o meno supportivo, tratti di personalità, motivazione, effettive occasioni di esplorazione del mondo.
Si può notare come essi prestino attenzione visiva alle prime ore della nascita e ascoltino chi legge storie per loro alle prime settimane di vita; i genitori hanno inoltre la netta sensazione che essi capiscano le direttive genitoriali a 1-4 mesi e sanno che hanno video e programmi preferiti a 6-8 mesi. Generalmente, entro i due anni questi soggetti parlano come un adulto, leggono parole semplici, utilizzano il computer e pongono quesiti sul funzionamento del mondo. Inoltre, chiedono della veridicità di Babbo Natale e del topolino dei denti, manifestano interesse per dizionari e almanacchi, giocano a video games per adolescenti, comprendono concetti astratti e le funzioni matematiche entro i 3-4 anni.
Rendersi conto del livello intellettivo di un soggetto L5 è lampante anche agli occhi del genitore più incurante, ma prendersene cura è tutt’altro che semplice. Innanzitutto perché mancano in moltissimi paesi nel mondo gli strumenti adatti alla valutazione di un QI simile, poi manca spesso la sensibilità a comprendere che i genitori stessi avrebbero bisogno di una formazione specifica. Si pongono inoltre numerosi ostacoli nel riconoscimento e supporto del soggetto a livello di rapporti interpersonali, di istituzioni e società.
Nel prossimo post parleremo delle.sei tipologie dei bimbi plusdotati della dottoressa Neihart.
Più mi interesso ai bambini gifted più ho la sensazione di corrispondere al profilo. Ci sono tantissime cose che rispecchiano “sensazioni” che scrivevo nei miei diari (come l’impossibilità di spegnere il cervello e dormire, oltre al camminare prestissimo, parlare prestissimo, leggere prestissimo.Il maestro di prima elementare voleva mandarmi direttamente in seconda, ma i miei non vollero separarmi dai miei amici. Crescendo ho sempre detto “da piccola ero molto intelligente, poi sono diventata come gli altri”) . Un giorno, magari, indaghero’ meglio.
Blop a volte sembra corrispondere, a volte no. Sicuramente é stato un neonato “precoce” ed é un bambino portato per la matematica, ma che non sappia ancora leggere a 5 anni e mezzo mi sconvolge 😛
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Si dice LA MELA NON CADE MAI LONTANA DALL ALBERO.
per la lettura non ti deve preoccupare perchè una percentuale di questi bimbi non legge e/o scrive precocemente ma imparano subito quando entrano alla prima elementare. Poi sono tanti i fattori che incidono specialmente quelli emotivi che sono le caratteristiche che distinguono un bimbo con un qi “solamente” alto con un bimbo con un alto qi E plusdotato.
Io leggevo a 4 anni benissimo e scrivevo già dai 3.
Mia figlia scrive dai 2 anni e mezzo e fino ai 3 anni e 2 mesi leggeva alcuni termini e frasi..poi subendo un trauma per la lettura alla materna non ha più voluto leggere e ora rifiuta la lettura, giusto per porti un esempio. Quindi basati sulle caratteristiche pressoché emotive al momento: ipersensibilità, iperempatia, logica, pensiero divergente ecc..avrai un quadro più realistico della situazione e potrai consoderare anche la possobilità di farlo valitare e quindi accettare un percorso anche scolastico ad hoc su di lui visto che ora sobo stati quasi riconosciuti dal Miur.
Per qualsiasi informazione o domanda non esitare a contattarmi se vuoi.
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